Sono nato nel cinquantanove.
Nel settantasei il novantacinque era lontanissimo,
Un punto indistinto nel futuro remoto.
Chissà perchè, m’ero fissato che in quell’anno,
In un particolare giorno a fine maggio,
Sarei morto.
Non sono morto. Era una bufala.
Oggi, nel duemilaundici, la rete si estende.
E i figli diventano grandi.
Oggi, il novantacinque è lontanissimo,
Un punto indistinto nel passato remoto.
Infatti.
E’ trascorso più di un secolo.
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