Viene la sera e sull’erba a ponente
l’ombra come un cognac si distilla
la capillare tenebra si avvinghia
agli steli di alluminio e camomilla
Intorno alle radici e ai tronchi torti
l’ombra si stringe come cupo lembo
e si distende sulle curve e i pali
offuscando il rettifilo in sghembo
L’ombra venendo colma ogni fessura
ed ogni pausa copre e la soccombe
negli interstizi si riversa e spande
come terra spalata sulle tombe
L’ombra venendo cela il ferro e il fumo
agli angoli opachi aderisce tetra
la muffa oscura che alligna ed intride
la lamiera e muta i motori in pietra
Quali visioni… quali vessilli o sogni
s’intrecciano alla notte che c’ incombe
se ogni sera
ci mettiamo sulla porta
ad aspettare il carro delle ombre?
Il torbido amalgama s'infittisce
e sui pendii e i prati si dilata
e s’insinua tra la foglia caduta
e la roccia brulicante e muschiata
E intanto il buio satura le gronde
dentro i pozzi s’addensa senza posa
e nel silenzio del campo si corica
e s’adagia sulla strada polverosa.
Sulle cime degli alberi le fronde
malinconiche ondeggiano al vedere
le scie crepuscolari allontanarsi
tristemente verso le rive nere...
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