l’amore è appena dietro la porta
è appena uscito dall’ascensore
col passo lieve di chi porta amore
e viene a far festa col vino e la torta...
eppur crudele viene una volta sola
se deve aspettare sai che poi s’invola...
l’amore è appena dietro la porta
è già impaziente l’ora sua è corta...
ha messo il dito sul campanello
sulla targhetta c’è il tuo nome, fratello,
proprio per te dunque è questo trillo
al che ti levi tu ch’eri tranquillo
vai come sei ad aprir la porta
via la catenella sfila il chiavistello
ma la chiave non gira è storta
prendi quell’altra che sta in tinello
un altro trillo sempre più urgente
non farlo attendere apri il battente
chiama un fabbro prova a spallate
svita i cardini tira martellate
e rassicuralo che stai per aprire
che non sarà una porta a farti morire
maledetta vecchia porta arrugginita
c’è solo lei fra te e la tua vita...
e dopo accidenti, maneggi e stracci,
infine cede ed apri e ti affacci
non c’è nessuno! e un silenzio tombale
s’è incollato all’ascensore e alle scale...
ti maledici ti dai dell’imbecille
recriminando fra mille scintille
è tua la colpa per pigrizia e lentezza
è stato così fin dalla giovinezza...
e andresti avanti così per ore
se all’improvviso non sentissi un rumore...
ti porti un po’ avanti e l’angolo giri
sorpresa! l’amore di nuovo respiri...
mai se ne andò restò sempre lì
si allontanò solo per telefonare
una commissione da sbrigare
o forse solo per far la pipì
ma c’eri tu ed ha voluto tornare…
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