(da un racconto di Robert Sheckley)
Così vanno le cose,
sei svaccato in poltrona, business class, goga e migoga,
sigaro e coppa di champagne.
Magda ti aspetterà all'uscita della dogana,
la festa in tuo onore durerà una settimana,
hai creduto in te stesso ed ora sei
un uomo di successo
Sei ricco, sei sexy, sei ammirato e rispettato,
hai sgobbato come un negro per arrivare dove sei arrivato,
ora è giunto il momento
di godersela un po'.
E' a questo punto che senti annunciare
un atterraggio imprevisto.
Alla hostess che ti fa le fusa
tu domandi perché e dove si scende.
Lei risponde: il computer ci ha portato a End City.
Sei seccato, cristo, il tuo amico Presidente
ti aveva promesso un viaggio senza scalo,
ma a nulla serve protestare
contro il destino cinico e baro,
End City ha priorità universale
Tutti sanno che sarebbe meglio evitare End City,
quando vi si arriva non si riparte più.
Mentre ti allacci la cintura
ti sale l'incazzatura,
tutta la vita hai sudato sangue, hai mentito e rubato,
e quando infine è il momento di godersela un po'
uno arriva a End City.
Sei arrivato a End City
E' facile arrivare a End City, basta andarci,
si parcheggia l'astronave al deposito rottami,
niente moduli da riempire
o carte da firmare o altre formalità da espletare,
niente di cui preoccuparsi,
si arriva e basta.
Guarda davanti a te: il nero dell'universo,
del golfo, della fine, del grande salto nel nulla.
Dietro di te luoghi e speranze,
gli ultimi viaggi, i vecchi sogni,
tutto finito, tutto distrutto,
questa è l'ultima fermata.
Ti siedi e pensi a cosa fare.
Benvenuto a End City.