a sei anni decise di non crescere più e per qualche decennio successivo non crebbe più ebbe sempre sei anni
i suoi genitori all’inizio non ci volevano credere lo portarono da vari medici, professori illustri, eccelsi accademici, i quali si limitarono a constatare le sue ottime condizioni di salute, ma con un piccolo particolare: il corpo non cresceva, era sano, vivace, ma rimaneva sempre uguale, e così anche l’intelletto, sveglio, attento, un ottimo intelletto per un bambino di sei anni, ma dopo un anno, due anni, tre anni, era chiaro che qualcosa non andava, i genitori dapprima si disperarono, poi si abituarono ad avere per casa un infante perenne
allegro, curioso, ed eternamente bambino
i suoi amichetti di scuola materna s’iscrissero alla scuola dell’obbligo, poi si diplomarono, qualcuno si laureò, entrarono nel mondo del lavoro, si sposarono, ebbero figli, qualcuno fece anche in tempo a morire, e lui era sempre uguale, il solito eterno bambino di sei anni che non sapeva leggere l’ora o allacciarsi le scarpe, che talvolta bagnava il letto, e ripeteva costantemente la prima elementare perché a settembre non sapeva mai leggere e scrivere
mentre lui dormiva beato in mezzo a loro nel lettone matrimoniale, i genitori passarono notti insonni a chiedersi ragione di ciò e ragione non c’era se non la sua volontà di non crescere - ma questo i genitori non lo sapevano, e pensando a quando sarebbero morti si fecero assistere da un patronato e gli fecero dare la pensione d’invalidità civile, finì persino nei libri di medicina perché non vi era altro caso conosciuto in letteratura di infante mutante disabilitato alla crescita
i genitori invecchiarono si piegarono sulle gambe e sulla schiena i capelli radi e candidi non ce la facevano più a star dietro a quel bambino che non stava mai fermo - perché un bambino di sei anni non sta mai fermo! che non si lasciava vestire e che faceva i capricci perché voleva un giornalino o un gelato o un giocattolino o una serie infinita di o... finché un giorno essi morirono tristi e affaticati con la sensazione di aver sbagliato qualcosa, e chissà cosa, a causa di quell’eterno bambino lasciato alle spalle nel mondo dei vivi...
e quando i genitori non ci furono più lui decise che era ora di crescere, e così crebbe, e da quel momento in poi come gli altri compì sette anni, poi otto, poi divenne adolescente, poi adulto, come gli altri tornò nel branco, progredì nel banco, uscì dai libri di medicina, gli tolsero la pensione d’invalidità, non ricordò mai più (o non volle mai dirlo) il motivo per cui aveva deciso di non crescere, ed anche dei genitori conservò per tutta la vita un ricordo sbiadito e confuso