sentendosi un uomo privo di dignità
per avere perso il lavoro a cinquantasei anni
stufo di sentirsi dire che era troppo
vecchio perché gliene dessero un altro
il sig. L. cadde in preda ad una
depressione che gli tolse il lume della ragione
così di buon mattino dopo una notte
insonne
prese la rivoltella che teneva nel
comodino
e ammazzò moglie figlia e suocera
nonché sé stesso
il Giudice Supremo non fu contento del
suo gesto
“hai sbagliato bersaglio
uccidere coloro che ti vogliono bene
è un gesto privo di significato
ti darò un'altra possibilità”
quando guardò la pistola il sig. L.
ricordò le parole del Giudice Supremo
così non uccise né la moglie né la
figlia né la suocera
ma senza dire una parola uscì in
strada
si recò in Municipio
e non appena vide il sindaco gli vuotò
addosso il caricatore
salvo l'ultimo colpo
che tenne per lui
di nuovo il Giudice Supremo non fu
contento del suo gesto
“non hai capito nulla
che colpa ne ha il Sindaco se tu sei
senza lavoro?
non rientra nelle sue competenze
lo sa anche l'ultimo cherubino
ma voglio darti un'altra possibilità”
il sig. L. rientrò in sé che aveva la
pistola in mano
ma quando il Sindaco gli si parò
davanti
ricordò le parole del Giudice Supremo
così corse in stazione a prendere il
treno per Roma
e si mise davanti al Palazzo del
Governo
ad attendere il Presidente del
Consiglio
e quando lo vide
lo centrò con cinque colpi
l'ultimo se lo tirò in testa
il Giudice Supremo lo guardò
severamente
“sei incorreggibile
punti sempre sul bersaglio sbagliato
quel povero Presidente del Consiglio
che hai ammazzato
in fondo era una brava persona
non peggiore di tanti altri
non è colpa sua se la crisi imperversa
oggi tuttavia mi sento magnanimo
riprenditi le tue cose e tornatene a
casa”
il sig. L. svegliatosi nel suo letto
nel cuore della notte
con ancora nella testa le parole del
Giudice Supremo
pensò finalmente di avere capito
il giorno dopo acquistò un biglietto
aereo e andò a Washington
si procurò una pistola e si appostò
in paziente attesa
davanti all'ingresso della Casa Bianca
è inutile spiegare come vi riuscì
ma quando fu a due passi dal Presidente
degli Stati Uniti
non ebbe esitazioni e fece fuoco con
rabbia
e prima che lo bloccassero fece in
tempo a spararsi al cuore
il Giudice Supremo era fuori di sé
dalla rabbia
“sei uno stupido! per ben tre volte
ti ho dato la possibilità
di rimediare al male inutile che avevi
provocato
e ogni volta hai combinato una disastro
ancora peggiore
questa volta non avrò misericordia o
compassione
sconterai la pena eterna nel più
profondo degli inferni
e nulla ti potrà salvare dalla mia
maledizione!
se vuoi dire le tue ultime parole ti
ascolto”
il sig. L. guardò il Giudice Supremo
e disse con voce sommessa
“Signor Giudice Supremo
dopo l'ultima volta che Voi nella
Vostra infinita bontà
mi rimandaste nel mondo terreno
ho finalmente capito di chi è la colpa
del mio fallimento personale
l'unico che merita davvero di morire
non sono i miei cari non è il Sindaco
o il Presidente del Consiglio
e tantomeno il Presidente degli Stati
Uniti”
“e chi è allora?” tuonò il
Giudice Supremo
“ora glielo dico signor Giudice
Supremo
l'ho scritto qui in un foglio che tengo
nella borsa”
prima che gli angeli di guardia
potessero fermarlo
il sig. L. estrasse dalla borsa la
pistola
e la scaricò contro il Giudice Supremo
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